Pnrr, il Cosmari a caccia di fondi: presentata domanda per 78 milioni Serviranno per biodigestore e green point | Cronache Maceratesi

2022-09-24 06:34:47 By : Ms. summer xia

Le determine sono appena state pubblicate all’Albo pretorio a cura del dirigente dell’Assemblea territoriale d’ambito dell’Ato 3 Massimo Principi, ma a tirare le fila tecniche è ovviamente il Cosmari, azienda ideata alcuni decenni fa per mettere insieme i Comuni del comprensorio ed affrontare in rete la partita dei rifiuti. Di anni ne sono passati tanti ed ora i fondi del Pnrr offrono l’occasione per migliorare la risposta territoriale sul fronte dei rifiuti, in particolare relativamente ai macchinari e alle dotazioni tecniche. Il Cosmari ha appena presentato una domanda, molto articolata, per rispondere al bando firmato dal Ministero della Transizione Ecologica e destinato a finanziare progetti per 1.5 miliardi di euro in giro per l’Italia per il miglioramento delle politiche per lo smaltimento dei rifiuti.

Sul fronte maceratese i progetti valgono 78 milioni di euro, 48 per il rifacimento degli impianti e la realizzazione di un nuovo biodigestore e i rimanenti trenta per il posizionamento, in tutto il territorio provinciale, di “green point” con sostituzione degli attuali bidoni per la raccolta di vetro, umido e pannolini ed inserimento di una struttura accessibile solo con una carta personale che rilevi poi i rifiuti introdotti per poter arrivare a una tariffa puntuale per ogni utente. C’è dunque grandissima attesa per questo bando ministeriale che permetterebbe al Cosmari di rinnovare gli impianti e ai cittadini di che abitano nella zona di far passare nella voce dei ricordi le puzze che si alzano quando i rifiuti sono lasciati all’aperto per le procedure di stabilizzazione.

«Il progetto riguarda – si legge nella presentazione del piano – un intervento di revamping dell’esistente piattaforma di compostaggio della frazione umida proveniente dalla raccolta differenziata. La soluzione prevista nel presente progetto definitivo consiste in una prima sezione di digestione anaerobica di tipo a secco del tipo plug‐in flow e di una seconda sezione aerobica per la quale si è optato per l’abbinamento tra una fase di biostabilizzazione accelerata e una fase maturazione in platea aerata per il digestato prodotto, una volta miscelato con della frazione cellulosica che funga da materiale strutturante, per ridare carbonio al digestato e nel contempo favorire un’adeguata aerazione. La tecnologia scelta per la digestione anaerobica consente di combinare i benefici della tecnologia a secco (limitata necessità di pretrattamenti, ridotte produzioni di percolato rispetto alla tecnologia ad umido che comporta il trattamento di ingenti volumi di acqua) con vantaggi gestionali legati alla continuità del processo, alla pulizia delle aree di lavoro e al mancato ingresso da parte dell’operatore in zone Atex, presenti in questo caso solo in aree esterne, in corrispondenza di valvole di sovrappressione dei digestori. La tecnologia di raffinazione del biogas è a membrane e offre i seguenti vantaggi: ottenere le migliori performance in termini di qualità dell’offgas, adattare il layout dell’impianto al contesto locale e la semplicità di gestione dell’impianto. Inoltre è prevista una linea impiantistica per il recupero della CO2 prodotta a seguito del processo di raffinazione del biogas per la produzione di biometano. Il nuovo impianto di trattamento e recupero integrato della Forsu è dimensionato per ricevere 70mila tonnellate annue di frazioni organiche provenienti dal circuito delle raccolte differenziate dei rifiuti solidi urbani; detto quantitativo è comprensivo anche della quota parte di frazioni lignocellulosiche necessarie alle varie fasi di processo».

«La Forsu (l’umido, ndr) in ingresso – continua ancora il documento – sarà scaricata in apposita fossa di accumulo e, tramite gru a ponte automatica, sarà inviata alla sezione di pretrattamento, costituita da triturazione/omogenizzazione, deferrizzazione, vagliatura e bio-separazione dei sovvalli. Il sottovaglio proveniente dalla sezione di vagliatura e la frazione organica prodotta dalla sezione di bio-separazione sono considerati “ingestato”; entrambi i flussi saranno inviati ad una fossa di stoccaggio dedicata con funzione di “polmonamento” e da qui avviati tramite una tramoggia di carico ed una serie di nastri carenati alla sezione di digestione anaerobica. I sovvalli prodotti dal bio-separatore sono considerati scarti e saranno stoccati in appositi cassoni, posizionati all’interno dell’edificio di pretrattamento, prima di essere avviati a essiccamento in biotunnel. I sovvalli essiccati saranno poi avviati a valorizzazione energetica. Le frazioni lignocellulosiche in ingresso all’impianto saranno stoccate temporaneamente sotto tettoia prima di essere avviate a triturazione e di seguito quota parta sarà stoccata in apposita fossa di stoccaggio dedicata all’interno dell’edificio di pretrattamento mentre la parte rimanente sarà avviata alla sezione di compostaggio quale strutturante fresco. La frazione lignocellulosica stoccata in fossa sarà avviata, anch’essa, alla sezione di digestione anaerobica tramite tramoggia dosatrice. Nella sezione di digestione anaerobica si svolgerà il primo dei due processi biologici di trattamento della frazione organica, in assenza di ossigeno, il quale consentirà una rapida degradazione della sostanza organica, producendo biogas. In uscita dalla sezione di digestione anaerobica si avrà, inoltre, un materiale impoverito (digestato), il quale sarà inviato alla sezione di compostaggio».

Ed ecco il passaggio chiave per gli abitanti della zona vicina al Cosmari, passaggio che dovrebbe garantire sulla scomparsa dei cattivi odori: «Tutte le sezioni impiantistiche, dalla ricezione della Forsu alla produzione dell’ammendante compostato misto, saranno svolte in aree chiuse e dotate di sistema di aspirazione aria dedicato. L’aria aspirata sarà inviata al sistema di depurazione e trattamento costituito da scrubber e biofiltro. La ricezione e la triturazione delle frazioni lignocellulosiche avverrà sotto tettoia come lo stoccaggio dell’ammendante compostato misto. L’impianto sarà dotato di un motore cogenerativo a gas naturale di rete per soddisfare le esigenze termiche dei digestori anaerobici, è prevista una caldaia alimentata a gas naturale di rete, quale ridondanza, nel periodo di manutenzione del sistema cogenerativo. A completamento dell’impianto, sarà predisposta una rete di captazione dei liquidi di processo provenienti dalle diverse sezioni dell’impianto, che convoglieranno tutti i reflui in vasche dedicate ove saranno gestiti in maniera coerente con la tipologia di refluo».

Con quello che gli facciamo recuperare con la raccolta differenziata, e con il valore a cui sono arrivati certi materiale, non dovrebbero andare a caccia di fondi, e dovrebbe diminuire la TARI invece di aumentare o rimanere stabile..ma per certe cose sembra di vivere nel terzo mondo!

Relativamente ai green-point, per cortesia non prendiamo in giro i Comuni. Approfittando del PNRR, questi sistemi saranno introdotti nel COSMARI per cercare di risolvere l’aumento inesorabile di piccoli abbondoni e comportamenti non corretti da parte dell’utenza. Problematiche che sono determinate dall’aver introdotto un sistema di raccolta misto (porta a porta e stradale). In un decennio, dall’introduzione del porta a porta (che è solo parziale però), in alcuni contesti si sono acuite, è sotto l’occhio di tutti il lavoro che devono fare gli addetti allo spazzamento manuale che giornalmente provano a “risolvere” gli accumuli di rifiuto che si accumulano nelle postazioni stradali, togliendo però tempo alle mansioni per cui erano assegnati. Con questi sistemi non si arriverà mai ad una tariffazione puntuale, scordatevelo. Anziché pensare ad un modello più performante, e ridurre il rifiuto indifferenziato da avviare nelle discariche provinciali, si è scelto di mettere una pezza al sistema attuale, ma tale rimarrà e i Comuni dovranno fare i conti con i costi di manutenzione di queste isole, che, per esperienza diretta, posso dire che sono rilevanti.

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