Sono scafi in legno e vetroresina abbandonati dai proprietari. Necessario un censimento puntuale per avviare il recupero
VENEZIA. L’equivalente dello sfasciacarrozze a Venezia? È la laguna. Un cimitero di barche abbandonate o affondate. Alcune in legno, la maggior parte in vetroresina con tutte le conseguenze ambientali che ne seguono, nella città che si candida a capitale mondiale della sostenibilità e dove l’inquinamento delle acque sembra interessare poco gli stessi veneziani. Numeri ufficiali non esistono.
Un centinaio solo quelle “mappate” dall’associazione Consulta della laguna media sulla gronda lagunare tra Osellino, San Giuliano, Canal Salso, isola di Campalto.
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